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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

17 Mar

I "pannolini" antichi assorbenti di stoffa

Pubblicato da berenice  - Tags:  #assorbenti di stoffa, pannolini di stoffa,, #mestruazioni, #usanze rurali, #diventare signorina, #curiosità umbre, #Casa dei Racconti, #Vallo di Nera, #assorbenti usa e getta, #antenati degli assorbenti

I "pannolini" antichi assorbenti di stoffa

Se gli assorbenti femminili, usa e getta, furono creati in America da Johnson e Johnson alla fine del XIX secolo, sulla base di un'idea di Benjamin Franklin che li usava per assorbire il sangue dei feriti in battaglia, fino a metà del '900 nelle campagne italiane le donne usavano ancora gli antichi "pannolini" di stoffa per contenere le mestruazioni.

Questi assorbenti (nella foto) erano quadrati di stoffa di 50 centimetri per lato, ripiegati due volte verticalmente, per aumentarne lo spessore. Realizzati in cotone o in canapa o in lino, avevano due linee vicino al bordo e piccole frange sui lati superiore e inferiore.

Venivano sistemati all'interno delle mutande che, essendo alte, riuscivano a contenerli.

I "pannolini" facevano parte del corredo nuziale di ogni ragazza. In genere erano in numero di dodici e venivano tenuti nei cassetti della biancheria, un po' nascosti per pudore, profumati dalle spighe di lavanda. Alcuni avevano anche le iniziali ricamate di chi li avrebbe usati.

Quando una ragazzina per la prima volta aveva le mestruazioni, si diceva che era diventata "signorina".

La notizia veniva partecipata a familiari e amici e, spesso, anche i conoscenti si informavano sulla maturazione sessuale. Infatti, di sovente veniva chiesto alla mamma della fanciulla:

- Ha sviluppato, è diventata signorina?

Il passaggio all'età fertile di una ragazzina rappresentava un fatto importante per la Comunità che, insieme ai genitori, era chiamata a vigilare sulla sua integrità.

I "pannolini" si lavavano alla fonte pubblica in modo appartato, dopo averli presciacquati in casa. Se non fosse svanito col sapone, ogni alone di macchia sarebbe stato tolto con un bagno in varechina.

Una volta asciutti, i "pannolini" venivano ripiegati e stirati con il ferro a carbone, pronti per essere usati di nuovo dopo 28 giorni.

 

(I pannolini della foto si trovano alla "Casa dei Racconti" di Vallo di Nera (PG), donati da Bernardina Ridolfi)

 

 

 

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