Dialetto umbro: i capuriuni. Significato e origine del termine
Nel dialetto dell'Umbria meridionale un termine ancora ricorrente è capurione. Tradotto in italiano significa caporione o capo rione rifacendosi a colui che si trovava a capo dei rioni in cui era divisa, sin dall'antichità, la toponomastica della città di Roma.
Il significato dialettale del termine capurione, e di capuriuni al plurale, indica persona che comanda baccani, proteste e situazioni chiassose dettando legge e trascinando con sè gli altri.
Capurione si trova declinato anche al femminile come capuriona. Quella bardascia è 'na capuriona, se 'ncarra avanti tutti. (Quella ragazza è una trascinatrice, come un carro passa davanti a tutti).
La vicinanza con Roma e l'appartenenza allo Stato Pontificio, fino alla fine dell'Ottocento, spiegano l'origine di questa parola.
Il termine caporione deriva dagli storici capi dei rioni di Roma. La città, infatti, sin dall'antichità era divisa in regiones: piccole unità amministrative dirette ufficialmente da un rappresentante che aveva il potere di mantenere l'ordine e anche di risolvere questioni giudiziarie. Il termine latino regiones, femminile plurale, si volgarizzò nella parola rione, maschile singolare. Ancora oggi i quartieri di Roma vengono chiamati rioni; sono in numero di 22, fuori e dentro le mura:
Monti, Trevi, Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola,
Sant'Eustachio, Pigna, Campitelli, Sant'Angelo; Ripa, Trastevere, Borgo, Esquilino,
Ludovisi, Sallustiano, Castro Pretorio, Celio, Testaccio, Prati, San Saba.
(Foto di Agnese Benedetti)