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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

07 Dec

Il farro di Monteleone di Spoleto nel patrimonio della FAO

Pubblicato da berenice.over-blog.it  - Tags:  #Attualità

2029861139_366d0035aa.jpgIl farro di Monteleone di Spoleto (PG), triticum dicoccum, potrebbe entrare presto a far parte di una lista di alimenti riconosciuti come patrimonio mondiale di biodiversità dalla FAO, la Fondazione per il cibo e l'agricoltura che fa capo all'ONU.

Il cereale che già si fregia del riconoscimento DOP e che viene coltivato in un areale ristretto (comuni di Monteleone di Spoleto, Poggiodomo, Cascia, Sant'Anatolia di Narco e Vallo di Nera), potrebbe essere l'ambasciatore di un'alimentazione sana e sostenibile nella coltivazione. 

I piccoli chicchi, simili al grano, che differiscono da altre varietà di farro coltivate in Italia, hanno proprietà nutrizionali particolarmente interessanti per una dieta povera di grassi e nella prevenzione e terapia delle malattie cardiovascolari. 

Il farro ha sfamato intere generazioni di abitanti della montagna e il suo uso, dimenticato nell'ultimo secolo, ha invece ripreso vigore da circa una quarantina d'anni, grazie ai pochi agricoltori che ne avevano continuato la coltivazione e grazie a una singolare tradizione che vede protagonista la festa di san Nicola di Bari patrono del paese, il Parroco, la canonica e tutta la popolazione (San Nicola e il miracolo del farro di Monteleone).

A Monteleone di Spoleto il merito della riscoperta va attribuito alla famiglia Cicchetti che a partire dagli anni settanta del Novecento ne ha moltiplicato la coltivazione grazie all'invenzione di una macchina per la trebbiatura delle spighe. 

Oggi l'uso del farro è molto diffuso in cucina grazie all'alta versatilità:  zuppe,  risotti, insalate, farine per pani e dolci, polentine.

Tutti validi argomenti per accogliere la proposta di Diana Bracco, presidente di Expo 2015 spa, che in occasione dell'Esposizione Universale di Milano 2015 dal tema "nutrire il pianeta, energia per la vita", vorrebbe ottenere dalla FAO un impegno  a premiare e preservare alcune biodiversità alimentari che possono diventare baluardo di conservazione della qualità e della sicurezza del cibo e nuove fonti di alimentazione per le aree del mondo in cui l'agricoltura è poco sviluppata. Dopo il riconoscimento come  patrimonio immateriale dell'Unesco, gli alimenti della dieta mediterranea otterrebbero anche quello di patrimonio della FAO.

Il Comune di Monteleone di Spoleto, nella vigilia della festa patronale di San Nicola, ha presentato e sottoscritto un dossier per chiedere l'inserimento del farro DOP nell'elenco dei cibi da riconoscere come Patrimonio alimentare dell'umanità. Nel corso di un seminario di studio organizzato dall'assessore alla cultura Marisa Angelini, a sostegno dell'iniziativa si sono alternati gli interventi di numerosi esperti: Marino della FAO, Falcinelli, Torricelli e De Angelis dell'Università degli studi di Perugia, Peroni dell'Università La Sapienza di Roma, Polìa dell'Università Pontificia gregoriana e direttore del museo demoantropologico di Leonessa, Mariotti del Parco Tecnologico alimentare dell'Umbria, l'agronomo Porfiri, il sindaco Durastanti e il presidente della comunità Montana Valnerina Silveri. 

Un'altra bella sfida per il piccolo comune di montagna (gioiello di architettura situato lungo la valle del Corno al confine tra Umbria Lazio) che fa seguito alla battaglia intrapresa con il Metropolitan Museum of the Art di New York per la restituzione di una biga di noce con lamine di bronzo dorato e sbalzato del VI secolo a.C., rinvenuta a Monteleone nel 1902.

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