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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

18 Sep

150 anni di scuola pubblica: in un convegno di Kiwanis international un pastore sale in cattedra

Pubblicato da berenice.over-blog.it  - Tags:  #Attualità

L'invito glielo ha inoltrato la sociologa Maria Rita Valentini in occasione di un partecipato convegno organizzato dal club Kiwanis di Perugia con la collaborazione di Wealth planet Etruria Village sui centocinquanta anni di scuola pubblica.

 

150-anni-scuola-pubblica.jpg

 

Riziero Flammini, anziano pastore (nella foto alla destra del principe Edouard de Ligne la Tremoille e della principessa - attrice Isabella Orsini de Ligne Tremoille), sabato diciassette settembre è salito in cattedra per parlare della sua esperienza di scolaro in un'aula di montagna negli anni trenta. Tra professionisti e titolati (al convegno era presente anche la principessa Luciana Hassan d'Afghanistan),  il pastore, che dopo la riforma di Giovanni Gentile sulla scuola pubblica potè seguire solo i primi tre anni delle elementari nonostante l'obbligo di frequenza fosse stato innalzato fino a 14 anni, ha raccontato la sua esperienza di bambino chiamato a dieci anni al lavoro della transumanza dalla montagna al mare. L'istruzione pubblica in quegli anni era stata allargata anche ai territori marginali ma maestre e maestri raggiungevano gli sperduti paesini con difficoltà in sella ad asini e muli, percorrendo impervi sentieri tra i boschi e gli altipiani. L'insegnamento pubblico era garantito fino alla terza elementare, chi avesse voluto proseguire avrebbe dovuto sobbarcarsi i costi delle lezioni private, con la quarta e la quinta classe  a pagamento.

 

Gli edifici scolastici erano dotati di un arredamento essenziale, con un caminetto che veniva alimentato dagli scolari stessi: ogni mattina insieme al quaderno e al lapis i bambini portavano un pezzo di legno da bruciare. I maestri alloggiavano presso qualche famiglia e tornavano nelle loro case solo due o tre volte l'anno. La didattica prevedeva le classiche aste, poesie da imparare a memoria, brevi componimenti, l'aritmetica, la storia e la geografia. In pagella comparivano le voci igiene e cura personale, economia domestica e condotta. Spesso agli scolari venivano inflitte punizioni corporali (con il beneplacito dei genitori) sotto forma di ceffoni, tirate d'orecchio, bacchettate sulle dita (guai ad avere le unghie sporche di terra!) oppure veniva loro imposta la temuta posizione in ginocchio sopra i sassolini di ghiaia.

Il pastore Riziero, dopo aver abbandonato la scuola elementare, continuò da solo gli studi leggendo i classici cavallereschi della letteratura che fornivano il comune bagaglio dei pastori; Tasso e Ariosto facevano parte dei cosiddetti "libri di pellicceria", amati e riletti decine di volte, tanto che le ottave venivano poi recitate a memoria.

 

Nella sala consiliare della Provincia di Perugia dedicata alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, al convegno di Kiwanis international, dopo i saluti del presidente Guasticchi e dell'assessore Porzi, del presidente del Club Mario Giannetti e di Massimo Patiti presidente di Wealth Planet, si sono alternati i professori Guglielmina Pierro e Pasquale Guerra che hanno parlato delle riforme ministeriali sull'istruzione emanate dall'Unità d'Italia a oggi e dei libri che in  questi centocinquant'anni di unità nazionale hanno descritto il mondo della scuola: "Cuore", "Lettera a una professoressa", "Pinocchio" e altre pietre miliari della letteratura legata all'argomento. 

La sociologa Valentini ha parlato dell'evoluzione della scuola pubblica protesa a educare e formare i giovani studenti,  si è soffermata sul fenomeno del nuovo analfabetismo. Citando Tullio de Mauro ha ricordato che circa il 20% di coloro che ogni anno conseguono un diploma di scuola superiore sono, paraddosalmente, analfabeti.

Una scuola pubblica quella italiana che ha acculturato il nostro Paese ma che ha bisogno oggi più che mai di stare al passo con i cambiamenti della società, che necessita di ottimi insegnanti  e di programmi e risorse adeguati a costruire il futuro dei giovani.

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