Gli 'scugnuri' di San Marco ovvero le Rogazioni Maggiori
Il 25 aprile in Italia, oltre all'anniversario della Liberazione dal Nazismo e dal Fascismo si celebra San Marco. Festa grande a Venezia di cui l'Evangelista è Patrono, ma festa anche in tutte le campagne dove San Marco, specie in passato, veniva invocato a protezione dei campi coltivati attraverso riti processionali chiamati Rogazioni Maggiori o semplicemente 'scugnùri' ovvero scongiuri. Sempre di Liberazione si trattava: da grandine, tempeste, siccità, topi, vermi, uccelli, insetti nocivi, che mettevano a repentaglio il sostentamento legato al buon raccolto dei frutti della terra.
Rogazione deriva dal latino rogare che significa chiedere, domandare. In primavera, sin dai tempi dei Romani venivano celebrati i Robigalia, antiche Processioni che chiedevano protezione sui cereali minacciati dalla ruggine (rubigo) e le Ambarvalia che propiziavano la fertilità dei campi.
Nel calendario liturgico cristiano le Rogazioni Maggiori di San Marco erano seguite da quelle Minori che si tenevano il 3 maggio, festa di Santa Croce (quando nei campi coltivati venivano piantate croci adornate di palme, gigli e candeline della Candelora) e nei tre giorni precedenti l'Ascensione. In ogni Parrocchia, in alternativa, si potevano disporre date diverse a seconda delle condizioni climatiche.
I riti consistevano nella celebrazione delle Messe e in lunghe e partecipate Processioni, invocazioni e benedizioni rivolte verso i quattro punti cardinali con aspersione di acqua benedetta.
<A fulgure e tempestate, libera nos Domine; a peste, fame e bello, libera nos domine; ut fructus terrae dare et conservare digneris, te rogamus audi nos>
Dalla folgore e dalla tempesta liberaci Signore, dalla fame e dalla guerra, liberaci Signore; perché tu possa darci e conservare i frutti della terra, ti preghiamo ascoltaci.
In Valnerina. Nella società rurale della Valnerina, che basava il proprio sostentamento sulla parca agricoltura, le Rogazioni avevano notoriamente grande importanza.
A Vallo di Nera si celebravano il 25 marzo presso la piccola chiesa dell'Immagine delle Forche dove si arrivava processionalmente dal paese e si facevano abbondanti scugnùri.
Nella frazione di Paterno, il 3 maggio festa del patrono San Giusto, si incedeva pregando intorno alla chiesa, chiedendo protezione sugli ortaggi infestati da moschini e rughe; a Meggiano la benedizione veniva impartita dal Montellino da cui la vista spaziava su tutti gli appezzamenti seminati.
Negli Statuti cinquecenteschi di Cascia era decretato che maschi e femmine seguissero i sacerdoti in Processione astenendosi dal lavoro, pena una multa di cinque denari.
A Serravalle di Norcia (Polìa, il ciclo dei mesi 2009) si ponevano dei lumini a olio sulle finestre; dopo il passaggio delle Rogazioni l'olio veniva sparso sui campi insieme alle foglie di ulivo benedetto.
Che san Marco rigeneri la vegetazione bruciata dalle gelate di qualche giorno fa, i germogli delle noci, i grappoletti dell'uva, le tenere fronde degli ornielli, i piccoli frutti del ciliegio e ridoni vigore alle nostre campagne. E, non da ultimo, interceda anche su un'altra calamità: il terrae motus che da agosto brontola sull'Appennino.
(Foto Patriziacavalletticomunicazione.it, Anselmo Benedetti)