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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

01 Oct

Le campane di Santa Cristina di Caso

Pubblicato da berenice  - Tags:  #Tradizioni, #Racconti

Sul campaniletto a vela della chiesa di Santa Cristina di Caso, in Umbria, da anni non ci sono più le campane del XVI secolo. Furono rubate nottetempo nel 1975 da ladri di mestiere, specializzati in furti nelle chiese di campagna. Decine di campanili persero in quegli anni gli strumenti sonori, autentiche voci del territorio prese di mira da bande di malfattori.

Entrando nel municipio di Sant'Anatolia di Narco, di cui Caso è frazione, quelle campane rubate quarat'anni fa sono, oggi, in bella mostra appoggiate su di un mobile di legno.

Non integre, però, ma attraversate da ferite oblique, che le hanno rese inutilizzabili per sempre. Se un vaso si può incollare e può tornare al suo uso, una campana rotta per suonare ancora dovrebbe essere fusa di nuovo.

 

Lo strano caso delle campane di Caso. Dopo il furto del 1975 i carabinieri, che seguirono l'indagine, riuscirono a individuare due ladri (che oltre alle campane erano soliti trafugare anche capre e pecore prelevandole dagli allevamenti). Acquisite un po' di informazioni, i militari dell'Arma fecero irruzione in una piccola fonderia di Terni dove le campane di Santa Cristina erano già state ridotte in pezzi e stavano per essere sciolte. Messi i pezzi sotto sequestro, sette anni dopo, nel 1982 quei frammenti furono svincolati dal Tribunale e riconsegnati al Parroco don Carlo Mugnai. Per evitare che venissero gettati come metallo vecchio e inutile, il geometra comunale Sandro Sabatini ricoverò i pezzi in un magazzino. Dopo un po' di tempo, ascoltata la vicenda, il presidente dell'associazione culturale 'Spoleto prima' Pietro Rindinella, insieme all'antiquario Gregorio Amadìo, decise di dare una mano a ricomporre le due campane. Gregorio fornì la forma di legno, l'Associazione comprò la resina per l'incollaggio.

Con pazienza le due campane ripresero forma, frammento dopo frammento, ma...sorpresa...i pezzi avanzarono.

Incolla, incolla, ecco che venne fuori una terza campana, più grande delle altre due e anche più antica, rubata chissà dove. Nessuno si è fatto ancora avanti.

 

Se nel municipio le campane sono tre, sul campanile della chiesa, invece, nel 1984 furono installate due nuove campane prodotte dalla Fonderia pontificia Marinelli di Agnone. Il costo d'acquisto fu di quattro milioni e mezzo. Vennero trasportate a bordo di una Panda dal Molise all'Umbria dal personale del Comune. All'arrivo in piazza tutto il paese aspettava curioso e festoso. Le campane fiammanti furono per un po' di tempo ricoverate nella stanza della Compagnia, un locale di proprietà della Confraternita del Santissimo Sacramento di Caso, dove restarono fino a quando Ugo Santi, artigiano locale, provvide a issarle sul campanile.

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