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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

05 May

Il 5 maggio è del Foscolo o del figlio di Cesare Beccaria?

Pubblicato da berenice  - Tags:  #Racconti

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5 maggio 2012. 5 maggio. Non so la vostra, ma la mia memoria corre ai versi dedicati a Napoleone Bonaparte, conosciuti e imparati nelle aule scolastiche.

Potenza evocativa di una data e di un’ode che sovrasta qualsiasi altro avvenimento: la partenza della spedizione dei Mille di Garibaldi avvenuta il  5 maggio nel 1860, la nascita di Carlo Marx il 5 maggio 1818 o l’invenzione della popolarissima schedina del Totocalcio, allora Sisal, il 5 maggio del 1946 per opera del cronista sportivo Massimo della Pergola.

Per me il 5 maggio è l’Ei fu. Seguito da quell’accoppiata misteriosa dell’orba di tanto spiro, che rendeva solenne la recitazione.

 

Ore 8:00 di questa mattina. La scuola coltiva ancora la memoria del 5 maggio 1821?

- Che giorno è oggi?

- Il cinque maggio

- E allora?

- Allora: 5 il giorno, 5 il mese e 5 la somma di 2012.

 

Arriva un’altra risposta:

- 5 maggio, Napoleone

Tiro un sospiro di sollievo.

- Chi l’ha scritta?

- Foscolo.

- No, Leopardi  –corregge la studentessa dedita alla numerologia.

Reagisce la foscoliana:

- Ma sei scema, a me non pare. E da Foscolo passa a optare per Ungaretti.

Poi, sbalorditiva, recita le prime quattro righe:

- Ei fu. Siccome immobile,

dato il mortal sospiro,

stette la spoglia immemore,

orba di tanto spiro…

Ci ripensa:

- No, no, né Foscolo, né Ungaretti, l’ha composta Alessandro Manzoni.

Risponde convinta l’altra:

- Sì, sì, Manzoni, figlio di Cesare Beccaria, autore “dei delitti e delle pene”… alle Medie stava prima di Leopardi sul libro di epica! I promessi sposi, invece, li abbiamo fatti su internet.

- Su Wikipedia?

- No, su Youtube. I promessi sposi in dieci minuti.

 

Poi tira fuori la sua erudizione:

- Il 5 maggio mancano due giorni alle None.

- Cosa?

- Ma sì, il calendario romano ogni mese aveva le Calende, le None e le Idi. Sai? Il MARMALUOT: a marzo, maggio, luglio e ottobre le None cadevano  il giorno sette, negli altri mesi il cinque. Perciò, visto che è maggio, il cinque maggio è a due giorni dalle None.

Altri tempi.

Napoleo’, Manzo’ “fu vera gloria?”

 

(Foto di Raffaele Sergi da Flickr)

Commenta il post
A
<br /> Il Canto Notturno è, personalmente parlando, il momento più alto di quella lirica speculativa ricompresa in quella fase notoriamente definita dei "Grandi Idilli". Io lo ritengo una delle tre<br /> pietre angolari della "poesia pensante" leopardiana, insieme all'Infinito e alla Ginestra, conmplementare al "pensiero poetante" dello Zibaldone e di tutti gli altri scritti teorici del<br /> recanatese. La mia cultura è molto artigianale e autoprodotta, quindi presenta vistose lacune (non avendo peraltro fatto studi classici), però quello che mi è piaciuto l'ho sempre approfondito<br /> ben oltre i dettami scolastici. E soprattutto, ragionando con la mia testolina.<br />
Rispondi
B
<br /> <br /> La scuola fornisce strumenti, contenuti, innesca passioni, ma la cultura si irrobustisce con le nostre esperienze e con il pensiero critico. Anche pubblicare pensieri su un blog,<br /> leggere quelli di altri, risponde al desiderio di conoscere, di mettersi a confronto, ritagliando un po' di tempo da quello dedicato alle occupazioni principali.<br /> <br /> <br /> <br />
A
<br /> Forse anche troppo monumentale, in taluni casi. Foscolo era ancora infarcito di un classicismo "retrò" intriso di eccessivo formalismo... e pur avendo scritto cose sublimi, gli ho sempre<br /> preferito Giacomo e Alessandro. Con questa primavera prorompente, vedo molto bene la "Ginestra". <br />
Rispondi
B
<br /> <br /> Però,una bella cultura letteraria. Del Leopardi aggiungerei il Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, con quella magica luna<br /> <br /> <br /> <br />
A
<br /> Siedon custodi de’ sepolcri, e quando/il tempo con sue fredde ale vi spazza/fin le rovine, le Pimplèe fan lieti/di lor canto i deserti, e l’ armonia/vince di mille secoli il silenzio.<br /> <br /> <br /> Ecco, io preferisco decisamente questo di Foscolo. Più autentico, e singolare. Saluti.<br /> <br /> <br />  <br />
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B
<br /> <br /> Ah, quant'è vero. Monumentale la nostra poesia classica che porta i riflessi del Mediterraneo e delle più antiche civiltà.<br /> <br /> <br /> <br />
A
<br /> No ... non scherziamo ... Foscolo si era perso dietro la "Chioma di Berenice" :D<br />
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B
<br /> <br /> ...quel Conon vide fra celesti raggi / me del Berenicéo vertice chioma / chiaro fulgente...<br /> <br /> <br /> Saluti!<br /> <br /> <br /> <br />

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