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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

24 Jun

Il vicolo Baciafemmine di Vallo di Nera

Pubblicato da berenice  - Tags:  #Racconti, #Viaggi, #Curiosità umbre

Negli antichi centri storici dell'Umbria, specie se di epoca medievale, tra le viuzze si può incontrare un caratteristico passaggio chiamato Vicolo Baciafemmine o Vicolo Baciadonne.

A Vallo di Nera (PG) ce n'è uno a ridosso della Porta Maggiore. Diventato luogo romantico per eccellenza del fiabesco borgo della Valnerina (dove gli innamorati si scambiano baci portafortuna), lo stretto passaggio ha ispirato e continua a ispirare la vena narrativa di molti scrittori.

Ecco un racconto di Gianfranco Flammini:

Il vecchio paese-castello subito dopo il tramonto era piombato pian piano nel crepuscolo e poi subito avvolto nell’oscurità della notte. Le viuzze erano deserte, attraversate solo da qualche gatto randagio. Qua e là qualche torcia rischiarava a malapena dalle tenebre case e strade. Gli uomini erano quasi tutti fuori delle mura, impegnati nell’accensione dei fuochi tradizionali nella vigilia della festa di San Giovanni. Schiamazzavano, ridevano, mentre consumavano salsicce cotte al fuoco e trangugiavano fiaschi di vino. C’era molta allegria. Madonna Pia, con il cuore in subbuglio, controllava da una finestrella della sua casa, posta in zona San Giovanni, che anche il suo uomo non si fosse allontanato dalla mischia. Era certa che la festa si sarebbe protratta a lungo. Emise un forte respiro e prendendo una torcia, uscì furtivamente da casa. Era una dona bellissima, senza figli, ancora giovane, desiderata da molti uomini, ma il suo cuore pendeva solo per un giovane della sua età, che quella notte era di guardia alla porta principale del borgo. Prima di avviarsi verso questa avventura ebbe l'avvertenza di spruzzarsi nel petto un po' dell'acqua  profumata di san Giovanni, l'acqua della seduzione. Benché facesse caldo, si era avvolta in un ampio mantello in modo che coprisse la sua persona, ma soprattutto il suo volto. Accelerò il passo giù per gli scalini e, giunta, in prossimità della feritoia che dava sull’ingresso di porta grande si fermò. Lui era lì e girava la testa di qua e di là per vedere se fosse comparsa da qualche stradina la sua amante. Lei prese un sassolino e lo gettò in direzione del suo uomo, che subito comprese il segnale: non poteva che essere lei, il suo amore segreto. Alzò lo sguardo e la vide in cima ai gradini, mentre lei, libera nel volto da ogni velo, lo stava ad osservare, sorridendogli. Uno sguardo intorno per assicurarsi che nessuno fosse presente e salì di gran corsa verso di lei. Gli scalini in pietra erano ripidi e dovette faticare un po’ per liberarsi da tutta la pesante armatura che aveva in dosso. Poggiò sulla ringhiera in ferro lo spadone, si liberò in un attimo del casco e dell’ingombrante bardatura di cui era rivestito, e proprio nell’archetto dove le mura si restringono paurosamente si incontrarono. Il volto di lei era splendido come luna, le sua labbra erano di fuoco, il seno sembrava prorompere verso le sue braccia. Fu un attimo, un lampo nella notte…Si ritrovarono abbracciati, stretti l’uno all’altro, ansimanti. Le labbra si sfiorarono, si ricercarono con più avidità. Gli occhi erano chiusi, mentre i cuori erano a parlare; battevano forte, avvinti nella passione dell’amore. I baci rubati portano con sé un sapore unico, inconfondibile. E il tempo corre veloce e si fa sempre breve. Quel posto era davvero magico, giustamente chiamato baciafemmine. Un luogo speciale, dove non si può resistere all’urgenza dei corpi! Avvinti nel fuoco e nell’estasi dell’amore, sì udì all’improvviso una voce stridula: “Ehi, guardia! Apri questa maledetta porta!”. Si staccarono immediatamente l’uno dall’altro, mentre lei accompagnava con la sua mano la sua fuga. Ci fu il tempo di darsi ancora uno sguardo, languido, pieno d’amore. Lui si ricompose. Mentre l’altro, da fuori, continuava ad imprecare e bestemmiare. Lei si riavvolse nel suo mantello e corse verso casa, lieta in cuore per aver sognato e sperimentato per un attimo la bellezza dell’amore.

 

 

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