I mandorli di Cortigno di Norcia
Rami carichi di frutti in autunno, nuvole di fiori bianchi a febbraio.
Se i mandorli potessero indicare un loro posto preferito in Valnerina, questo sarebbe di sicuro Cortigno di Norcia.
Il villaggio sorge a quasi 1200 metri di altitudine, sotto il Monte Aspro, ha pochi abitanti ma viste mozzafiato, ed è stato famoso in passato per la coltivazione di mandorleti lungo le pendici della montagna. Una vera unicità nella zona, dove i mandorli erano pur presenti in ogni podere. La produzione di mandorle nel paese era fonte di guadagno, anche se non pari a quella dei tartufi neri (dicono che quelli di Cortigno siano i migliori di Norcia, per la particolare composizione del terreno in cui crescono).
Triante Angeli, uno degli abitanti, mi racconta che quand'era bambino, nel mese di febbraio in anticipo sulla primavera, la meravigliosa fioritura dei mandorli si estendeva ininterrotta da Cortigno giù per la strada mulattiera che portava a Biselli, attraversando coste ripide che rispondevano al nome di Cerri, Casale, la Macchia dell'orso, la Crognaleta, i Ligni. Una lunga strada che spesso i cortignani facevano a piedi per salire, dopo due ore di cammino, sul trenino azzurro della ferrovia Spoleto-Norcia che correva a valle. Ovunque c'erano mandorli.
Oggi, molte di quelle piante, a causa dello spopolamento, non sono state più potate e curate e quindi sono inaridite e morte, ma alcuni esemplari resistono al tempo dando conto di quella che era un'attività consistente.
La raccolta delle mandorle in autunno durava giorni; riposte in sacchi e sacchi di iuta venivano caricate su muli e somari per il trasporto in paese. La sera i ragazzi e gli adulti si ritrovavano a veglia nelle case a "scoppare", cioè a pulire le mandorle dalla prima buccia, mentre gli anziani raccontavano storie del passato sorseggiando un bicchiere di vino locale. Tra le piante di mandorlo crescevano anche i vigneti e tutto si raccordava.
Di giorno nelle dispense aleggiava l'antico odore degli amaretti, confezionati con le mandorle amare.
L'anima degli alberi - Berenice
Quando sono nata mio padre ha piantato degli alberi. Una fila doppia di pioppi bianchi lungo il prato che costeggia il fiume. Li ho guardati crescere più veloci di me, pennelli argentati verso il ...
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