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Un diario dove annoto, con testi e foto, le tradizioni dell'Umbria, i miei pensieri sull'attualità, qualche buona ricetta e le tante curiosità che attraggono la mia attenzione. Buona lettura. Agnese Benedetti

27 Aug

La mantica delle targhe, mi ama o non mi ama

Pubblicato da berenice.over-blog.it  - Tags:  #Racconti

targa-zero-zero.jpg

 

Dei ricordi di collegiale adolescente, me ne frulla in testa ancora uno legato alla divinazione amorosa.

Io e le mie compagne, alle prese con le prime infatuazioni e con il bisogno di sapere se quei nostri innamoramenti fossero o meno corrisposti, eravamo venute a conoscenza di alcuni metodi infallibili. 

All'epoca non c'erano sms di cellulare o post o chat che potessero rendere manifesto il pensiero dei nostri amati con una frase di apprezzamento e così, in sotituzione delle parole, ci affidavamo al responso delle funzioni profetiche.

Il picciolo

A fine pranzo, nel refettorio giravamo il picciolo della mela che ci veniva servita, pronunciando le lettere dell'alfabeto: dove si staccava il gambetto quella era l'iniziale del ragazzo che ci stava pensando.

Il mio si spezzava spesso sulla G e mi faceva felice perché era quella la lettera che desideravo. Ma devo ammettere che riprovandoci negli anni successivi, quando altre iniziali riempivano i miei pensieri, difficilmente ero riuscita ad andare oltre quelle prime sette lettere, perché la resistenza del gambo al massimo arrivava alla lettera L. Decisi, così, di abbandonare lo stratagemma e di affidarmi a un altro sistema, più dettagliato e soddisfacente.

M'ama o non m'ama

Se mia madre, da giovinetta, si rivolgeva alle erbe urticanti dell'amore e se ancora oggi i romantici sfogliano petali di margherita in un alterno m'ama o non m'ama oppure consultano improbabili oroscopi, noi ragazze per conoscere l'intenzione dell'amato scegliemmo il progresso e la più comune delle invenzioni moderne: la targa automobilistica.

Nel quadrato posteriore delle targhe italiane degli anni '70 era iscritta la sigla della provincia (PG, MI, RA, TR, AT, TO, VE, NA, CE o una chiarissima Roma), e la serie dei numeri dell'immatricolazione.

Cinque o sei numeri incolonnati, uno o due sulla prima riga e quattro sulla seconda, identificavano l'automobile.

Era proprio in quell'incolonnamento che stava tutta la nostra magia.

Se avessimo visto targhe dove sulla fila verticale di destra si fossero ripetuti uno sotto l'altro due numeri uguali, quello sarebbe stato il futuro pronto a venirci  incontro in campo amoroso.

Il responso talvolta era pure in rima. 

Gli piaccio, non gli piaccio? Mi ama, non mi ama? 

Ed ecco la risposta mantica delle targhe:

Zero, zero, amore sincero;

uno, uno, lo vedi di sicuro;

due, due, ti ama;

tre, tre, pensa a te;

quattro, quattro, amore matto;

cinque, cinque, ti sposa.

Poi seguivano una coppia di presagi sinistri:

sei, sei, pensa a lei;

sette, sette, fa cornette

e si ricominciava con  il trionfo di

otto, otto, amore cotto,

per finire con

 nove, nove, il suo amore ti dà le prove.

Avvistare una targa con la provincia diversa da quella del luogo, valeva doppio.

Cinquecento familiari o Abarth, Seicento, Golf , Fulviette, 128 e 127, Millecento e anche qualche Otto e cinquanta, Alfette, Maggioloni, Renault molleggiate, Mini minor, Simca o Citroen ferro da stiro, ti apparivano all'improvviso con l'ineludibile responso.

Quasi tutti risultati positivi, ma quei sei sei e sette sette erano capaci di rovinarti la giornata e di farti mettere il muso davanti agli incolpevoli e inconsapevoli destinatari della nostra passione, provocando, magari a causa del nostro strano comportamento, veramente  quello che avevamo temuto.

Altri tempi, altre targhe.

Ora i nostri anni e le nostre consapevolezze suppliscono a quei magici quadrati,  ma in fondo in fondo chi non vorrebbe la conferma di quanto va pensando e desiderando?

Magari su uno zero, zero, per un mondo sincero.

Però per chi volesse provarci, ancora qualcosa si può raccapezzare. Alcune automobili circolano con  la vecchia numerazione riportata su targhe rettangolari: hanno la sigla della provincia e i sei numeri di seguito.

Basta guardare la seconda e la sesta cifra, immaginarle in colonna e il giochino è fatto. Se ci scappa un 8-8 l'amore è cotto.

 

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